Il Lecce ora deve riflettere

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Il Via del Mare

LECCE (di M.Cassone) – Se fosse un tennista questo Lecce sarebbe capace di fallire tutti i match point; oramai è diventata un’abitudine antipatica non riuscire a sfruttare i bonus che capitano quando gli avversari mollano. La squadra giallorossa è vittima di se stessa… e l’abbiamo ribadito in più occasioni: il Lecce deve avere paura del Lecce. La Casertana è caduta ad Andria, il Lecce è inciampato sulla foga di voler fare bene senza riuscirci, il Foggia invece ha riposto “presente”.

Contro un avversario modesto non spuntarla prima con l’uomo in più e per 5 minuti anche con due uomini in più è molto difficile da raccontare e da capire. E poi Braglia quando accadono queste cose ci mette del suo; il tecnico toscano ha le sue colpe, ieri ha gestito male il cambio di Vècsei al posto di Curiale (seppur affaticato e in difficoltà); a pochi minuti dal termine, con la Paganese in 10 uomini, è stato un pugno nello stomaco vedere uscire una punta.

Però all’ex Pisa si può rimproverare poco visto che è in serie positiva da quattro turni. Ovvio che questo campionato è una trappola dalla quale il Lecce non riesce a fuggire.

gol paganese
Il fotogramma del gol della Paganese, l’arbitro è in buona posizione

Vero è però che il gol della Paganese è viziato da un calciatore in fuorigioco che disturba Perucchini, le proteste sono state vibranti ma l’arbitro è apparso abbastanza convinto del suo “errore”. Questa però non può essere una scusante.

La squadra ha bisogno di correttivi urgenti; gennaio è alle porte, da voci che si susseguono, ma non trovano ancora nessuna conferma e/o ufficialità, sembra che la società di Piazza Mazzini abbia già chiuso per un laterale sinistro e per un attaccante e starebbe vagliando l’ipotesi di prendere un centrale di centrocampo.

Lo sanno nella sede di Piazza Mazzini che bisogna muoversi sul mercato, e lo faranno, senza follie economiche e con delle trattative “sottomarino” per evitare che il costo delle operazioni lieviti.

La gara contro la Paganese è servita a far capire a tutti, addetti ai lavori compresi, che non è tutto oro quel che luccica.

L’eterno enigma è rappresentato dalla domanda: “Due punti persi, oppure uno guadagnato al Torre?”.

In modo molto schietto e semplice dobbiamo pensare che è meglio esser malati che morti; il Lecce ha mosso la classifica, seppur in modo amaro l’ha fatto.

Bisogna essere ottimisti perché i pessimisti hanno sempre ragione.

E poi concludiamo dicendo che c’è soltanto una medicina per questa malattia: si chiama lavoro.

 

 

 

 

 

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