LECCE (di M.Cassone) – Un sabato come tanti altri che diventa speciale in casa Lecce, per tanti motivi, per tante emozioni, per tante risposte che tutti volevano, che c’erano ma non venivano comprese a causa di punti, di risultati a volte di prestazioni negative. Perché il calcio è questo, servono i gol, oltre le certezze, perché non c’è certezza che tenga senza gol, senza punti e senza vittoria.
Il Lecce 2016-17 è composto da un grande gruppo ed ha un grande capitano: un leccese doc, un ragazzo diventato uomo a calcio e sogni, a pane, sacrifici e speranze. Contro la Paganese Lepore vestiva per la centesima volta la maglia della squadra del suo cuore; per lui è un periodo particolare e la sua rabbia unita alla voglia di dare risposte sfociano in una doppietta con due gol da cineteca e nella sua esultanza c’è tutto: porta le mani alle orecchie prima di essere abbracciato dai compagni.
Lepore è il calciatore più utilizzato in questo nuovo Lecce targato Padalino; lui è sempre lì in campo a svolgere il ruolo che l’allenatore chiede, e lo fa con il massimo impegno… ovviamente è sotto gli occhi di tutti che il suo rendimento è devastante come laterale e non come mezz’ala, ma lui gioca dove vuole il mister che, cosciente del suo valore sia in campo sia nello spogliatoio, ha un occhio di riguardo per lui, ma siamo certi che anche per lui arriverà il momento di riposare: lo deciderà il mister, quando lo riterrà opportuno, perché in questo Lecce i titolari sono più di 20.
Ogni squadra ha un allenatore ed un calciatore in ogni ruolo, ma deve avere anche un cuore, indipendentemente da ciò che accade, perché se il cuore non c’è, non può esserci vita. Il cuore del Lecce è Checco Lepore, quest’anno è lui, Padalino lo sa. Le partite si vincono prima nello spogliatoio e poi in campo.
Ciò detto, torniamo per un attimo alla gara, solo per un attimo. La Paganese di Grassadonia è ben messa in campo, è ordinata, e gioca al calcio e fino al primo gol di Lepore sembrava potesse fare anche il colpaccio al Via del Mare o quantomeno strappare un punto. Poi arrivano i gol di Lepore e del solito Caturano a mettere ordine nelle idee dei presenti ma gli ospiti non mollano nemmeno sul 2-0, accorciano le distanze con Reginaldo e ci credono fino alla fine; il terzo gol di Lepore fissa il risultato e mette un punto esclamativo sulla gara.
Dopo la pesante sconfitta interna contro il Matera, Padalino è stato bravissimo a raccogliere i cocci e rimettere insieme il giocattolo che ha vinto a Messina e ieri in casa; ora si appresta a giocare ad Andria. Il mister di Foggia, d’altronde sta cambiando modulo e uomini gara dopo gara, e step dopo step sta rendendo la squadra camaleontica, riuscendo ad adattarla alle situazioni: il suo modulo base è il 4-3-3, ma a Messina ha giocato con il 4-4-2 e ieri ha incominciato con il 4-3-3 ed ha chiuso con il 3-5-2.
La vittoria di ieri è servita anche come risposta alle dirette concorrenti.
Il Lecce rimane lì, in vetta, ad ammirare il panorama coltivando un sogno.
Le difficoltà saranno tantissime, arriveranno altri stop, errori e sconfitte, pareggi e imprecazioni ma quando il gruppo c’è e l’allenatore è capace a gestire le forze della rosa si può ben sperare e porsi la domanda delle domande: “È questo l’anno giusto?”.
Per ricevere una risposta bisogna avere soltanto la pazienza di aspettare, godendosi questo campionato che finora non ha tradito le attese.
L’ultimo pensiero vola al Polo Pediatrico Salentino… la vittoria di ieri è soprattutto per i bambini, “SoloxLoro”, che soffrono e grazie al calcio, qualche volta, possono sorridere.