Quel che resta del big match col Foggia

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Stroppa e Padalino
Stroppa e Padalino

LECCE (di M.Cassone) – È passato ormai un giorno e mezzo dal triplice fischio finale di Lecce-Foggia, cosa ci resta del big match?

Ci rimane la consapevolezza che questo campionato sarà più duro degli anni scorsi, che il Lecce non è uno schiacciasassi ma è una buona squadra con ampi margini di miglioramento e se la giocherà fino alla fine, alla pari con le altre tre (Juve Stabia, Foggia e Matera); che il Foggia ha un centrocampo di ferro e una manovra di gioco collaudata; che il Lecce ha una difesa massiccia; che il pubblico del Via del Mare è uno tra i più belli d’Italia e che la società di Via Col. Costadura sta centrando tutti gli obiettivi prefissati, uno alla volta, in ultimo quello di riportate più di 17000 spettatori in uno stadio che negli ultimi anni sembrava la “valle dell’eco” popolata dai soliti 5000 fedelissimi.

Pasquale Padalino va dritto per la sua strada, come un trattore, ha la sua idea e la porta avanti, chiarendo con le sue mosse il suo pensiero: per lui Ciancio è un terzino sinistro e va a bilanciare con un atteggiamento più difensivo l’alta propensione all’attacco di Torromino, così come Lepore, il capitano, è un elemento di cui non si priverà mai, anche se molti tifosi rumoreggiano sui social esponendo un pensiero diverso. Lui, il mister nato a Foggia, lo dimostra anche con i cambi: la sua idea di gioco è quella, precisa e concisa, il suo 4-3-3 non si tocca. Può piacere oppure no, lui non cerca consensi ma lavora per fare in modo che i movimenti dei suoi ragazzi, in campo, riescano a produrre il massimo del suo concetto. La sua squadra vanta la miglior difesa del torneo con soli 7 gol subiti (contro i 9 di Juve Stabia e Foggia e gli 11 del Matera) e il terzo attacco con 20 gol realizzati (contro i 26 del Matera ed i 23 della Juve Stabia).

Curva Nord
Pubblico da serie A

Contro il Foggia, il Lecce, ha prodotto un alto numero di occasioni da gol e subito poco come occasioni ma tanto come “gioco”, specialmente a centrocampo, dove i ragazzi di Stroppa forti di Vacca, un terminator, di Agnelli metronomo, e di Gerbo, intelligente ed equilibrato, hanno dimostrato di avere un qualcosa in più. Il pareggio è stato un risultato giusto che ha chiuso le due pugliesi in un fazzoletto di due punti nel quale ci sono quattro squadre.

La squadra salentina ha bisogno di un paio di innesti per poter diventare la più forte, oggi non lo è… la sessione di mercato invernale non è lontanissima. Il Lecce, al momento, avrebbe bisogno di una punta (capace di essere il vice Caturano o di giocare al suo fianco) e di un centrocampista che sappia distruggere e costruire. Questo è quello che pensiamo dopo aver visto un bel derby che poteva anche essere vinto con un pizzico di cinismo in più sotto porta ma che non avrebbe spostato gli equilibri del pensiero enunciato in questo scritto, vero è però che il gioco dell’undici giallorosso è in fase crescente, potrebbe migliorare di giornata in giornata spostando il mirino del calciomercato.

Capitolo attacco: nulla si può rimproverare a Caturano se non segna da qualche settimana. Gli attaccanti sono così, o va bene o va male; il bomber di Scampia è un ragazzo sensibile che ha bisogno di tutto il supporto possibile per fare bene, lui la fiducia la sente e la ripaga. Davis Curiale lunedì era in Tribuna… a dei tifosi non ha nascosto la voglia di rivestire la maglia giallorossa; sarà stata questa la prima mossa di avvicinamento dell’attaccante del Trapani? Lo capiremo col passare delle settimane.

Ora testa al prossimo incontro: c’è il Fondi da affrontare, una compagine vogliosa di mettersi in mostra e di far male al blasonato avversario, una squadra che ha 15 punti in classifica e 1 di penalizzazione. Non c’è tempo di ripensare al derby.

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