Lecce: il capitano e l’importanza del gruppo

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Lecce (di M.Cassone) – Dopo sette giornate il Lecce è in vetta alla classifica. Una squadra tutta nuova, mentalità, schemi da acquisire, difficoltà da superare, un futuro da costruire, è accaduto tutto in fretta, perché il pallone che rotola non si ferma mai, anche se è ovvio che serva del tempo per montare una macchina, metterla in moto e farla correre.

Il bello di questo sport però è che tutti possono parlarne perché non solo non è una scienza esatta, ma non è proprio una scienza ma è una passione travestita da mille colori.

In queste giornate, com’è giusto che sia in ogni agorà dove si parla di calcio, si è cercato il pelo nell’uovo per la compagine di Padalino che ha collezionato 6 vittorie e 1 pareggio; molto è stato detto sulle prestazioni di capitan Lepore. Il ragazzo di San Pio aveva abituato tutti, in un ruolo diverso da quello di quest’anno, a scorrazzare sulla fascia dispensando assist. Quest’anno il mister gli ha affidato la fascia di capitano chiedendogli di fare la mezz’ala in un centrocampo che compie i suoi giusti giri di rodaggio prima di sentirsi ben oliato.

Quella fascia per lui ha un valore immane; si è calato nel ruolo e ha preso la squadra per mano. Gioca in una posizione dove fa meno rumore degli altri anni e ancora non è al 100%, questo è vero, come vero è che le sue prestazioni, secondo il modesto parere di chi scrive, non sono mai scese sotto la sufficienza, ma tutto è opinabile. Non bisogna però sottovalutare l’importanza “del Lepore” capitano di una truppa che lo stima, lo ama e lo segue. Lui sta dimostrando di avere il carisma giusto che il ruolo di condottiero richiede e sta andando avanti per la sua strada, così come ha fatto nei momenti di difficoltà che nella sua carriera non sono mancati.

Dopo il gol contro la Reggina, Caturano è esploso di gioia, poi si è fermato, ha aspettato il suo capitano e con lui ci sono stati i primi abbracci e la maglia tirata, poi Lepore si è sbilanciato ed ha rischiato di cadere su uno dei fotografi, si è rimesso in equilibrio e ha guardato la sua Curva, poi ha continuato a gioire, i suoi compagni sono corsi prima da lui, l’hanno abbracciato; poi si è divincolato e ha guardato la panchina come dire al mister: noi ci siamo. Successivamente Caturano e Torromino hanno potuto brindare a loro modo. È accaduto tutto in pochissimi istanti immortalati da scatti oculati che rimarranno nella storia di questo Lecce.

Questa è la forza del gruppo. Il Lecce contro la Reggina ha sofferto ma in campo i calciatori hanno sudato per quella maglia e per il loro capitano: perché quello che si raccontano nello spogliatoio rimane lì, e lo sanno solo loro. I campionati si vincono prima nello spogliatoio e poi sul rettangolo di gioco: ecco cosa significa gruppo.

E pazienza se questo non è il Lepore dello scorso anno che correva all’impazzata, quest’anno il mister gli ha chiesto di fare ciò che sta facendo e che siano gli avversari a correre, lui rispetterà le consegne e lavorerà duro per migliorare, la sensazione però è che questo Lecce non potrebbe mai fare a meno del suo capitano, lui è l’uomo in più della squadra, non al centro del campo, ma al centro del “corpo”, è il cuore pulsante; e senza cuore non si vive.

 

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